Tra Scopello e Guidaloca


In estate il Golfo di Castellammare è molto frequentato dai bagnanti, soprattutto nella sua metà occidentale comprendente la costa orientale della penisola di San Vito. Sono frequentate in particolare le piccole spiaggette di ciottoli all'interno della Riserva naturale dello Zingaro e nelle immediate vicinanze. Altri tratti di costa sono meno affollati o addirittura disertati per la non immediata accessibilità del mare. Uno di questi è il tratto di costa tra lo Scoglio Fungia, Cala Alberelli e Cala Bruca ad ovest della spiaggetta di ciottoli di Guidaloca e della appariscente Torre omonima e ad est della Tonnara di Scopello dai caratteristici faraglioni di calcare mesozoico (scopelos in greco da cui il nome della località). Dal punto di vista escursionistico l'area ha un'estensione troppo limitata per essere meta di un'intera giornata, ma è idonea ad una attenta passeggiata naturalistica per gli spunti interessanti riguardanti la geologia del terziario e del quaternario e la vegetazione di sclerofille arboree ed arbustive che si estende a sud di Cala Alberelli. La macchia di piccoli alberi ed arbusti mediterranei si è sviluppata a nord di una bassa falesia, all'interno e all'ombra di un'area sparsa di blocchi calcarei erosi e franati. Le specie più rappresentative di questa vegetazione sono il lentisco (Pistacia lentiscus, l'alaterno (Rhamnus alaternus) ed il Mirto (Myrtus communis). Appariscenti anche i verdi cespugli di Ephedra fragilis, i ciuffi fioriti di Limonium sp. sulle rocce e qualche vigoroso arbusto di leccio (Quercus ilex), la cui sola presenza, a pochi metri dal mare, basta a riassumere il valore naturalistico di questo piccolo frammento di macchia mediterranea assediato da paesaggio antropico. I geobotanici inquadrano questa particolare vegetazione di xerofite (piante che si insediano in luoghi aridi) nell'associazione Myrto-Pistacietum lentisci della classe Quercetea ilicis, poco diffusa lungo la costa settentrionale della Sicilia e più diffusa lungo le coste siracusana e mediterranea. Menzione particolare meritano alcuni cespugli di Vitex agnus-castus, una Verbenaceae dalle foglie palmatosette e caratteristici fiori blu. I blocchi erosi e franati sono calcareniti bioclastiche, conglomerati, areniti e sabbie del Tirreniano, piano del Pleistocene iniziato circa 126.000 anni fa. Il Tirreniano presenta generalmente fossili e frammenti di fossili (bioclasti) di echinidi, coralli e molluschi caratteristici di acque non troppo fredde. Più antiche sono invece le rocce che affiorano nei pressi di Cala Bruca. Si tratta di calcareniti e calciruditi del Pleistocene inferiore (2.58 - 0.78 Ma). Depositi di mare basso coevi a questi sono ben distribuiti lungo la costa orientale della penisola di San Vito tra 0 e 20 metri s.l.m e aiutano a ricostruire le oscillazioni climatiche e la posizione della linea di costa degli ultimi due milioni di anni. Tra i blocchi calcarei alcuni sono evidentemente risultato di un deposito marino costiero o biocostruzioni di molluschi della famiglia dei vermetidi, altri sono conglomerati e arenarie i cui clasti, spesso silicei, sono di chiaro apporto continentale. Tra le calcareniti e i conglomerati di sedimentazione marina si distinguono anche drappeggi e filoni di concrezioni calcaree d'acqua dolce: speleotemi e travertini con impronte di piante erbacee. A nord di quest'area affiorano argille e marne del Miocene (Langhiano - Tortoniano 13.8 - 11.6 Ma) incise dall'alveo di un torrente su cui è insediato un canneto. Ad ovest dello Scoglio Fungia è l'unica spiaggetta di ciottoli di quest'area e qui si trova qualche blocco eroso dei calcari mesozoici della Formazione Caporama: calcari dolomitici datati Trias superiore - Lias inferiore (circa 216 - 189 Ma ).
Alcuni autori localizzano in questo tratto di costa un antico villaggio di pescatori: Cetaria ...
mirto e lentisco



Nessun commento:

Posta un commento