Monte Cofano

Il palmeto di contrada Macarese
sovrastato da imponenti conoidi
di deiezione


Il Monte Cofano (m659) è un promontorio calcareo sul mare della provincia settentrionale di Trapani. Ha aspetto dolomitico e appare quasi inaccessibile da ogni versante. Soprattutto la porzione occidentale e meridionale del rilievo presenta alte pareti in erosione ed enormi accumuli di detriti raccolti in imponenti conoidi di deiezione coalescenti. Il crollo e l'accumulo di detriti di varie dimensioni è continuo e si notano in parete nicche di distacco anche molto recenti. Alcuni grossi massi staccatisi dalla pareti rocciose si sono fermati sulla piattaforma di abrasione (superficie pianeggiante derivante dal progressivo smantellamento e arretramento di una costa alta a opera del moto ondoso) di contrada Macarese a punteggiare di bianco il verde palmeto nano di Chamaerops humilis che caratterizza questo versante.
Golfo del Gofano e rupi
Le pareti rocciose del promontorio, soprattutte quelle del versante settentrionale, più umido, sono ambiente rifugio di un certo numero di specie di molluschi polmonati. Una chiocciola endemica di Monte Cofano si chiama Siciliaria crassicostata, ha una conchiglia dall'angolo spirale molto stretto, lunga quasi tre centimetri. E' ornata da coste assiali parallele interrotte dalle suture delle spire, avvolgimento sinistrorso e apertura scampanante a chiusura di un forte restringimento dell'ultima spira. Appartiene alla famiglia dei Clausilidi, la più ricca di specie dopo quella degli Helicidi. I Clausilidi, tutti erbivori, sono considerati caratteristici delle catene montuose perchè popolano gli anfratti delle pareti di roccia. La caratteristica che raggruppa tutti i generi di questa famiglia è il “clausilio”, un elemento elastico che permette all'animale di chiudere l'ingresso della conchiglia. Il genere Siciliaria è tutto siciliano e comprende una decina di specie. In Sicilia quasi metà delle circa 250 specie di molluschi terricoli è esclusiva dell’isola. Tra le rupi del Monte Cofano si notano anche grappoli di fori circolari, più o meno coalescenti, più o meno profondi. E' il risultato dell'azione di un'altra chiocciola endemica siciliana, il Cornu mazzullii, capace di corrodere chimicamente la roccia calcarea. La conchiglia è lunga circa 3 centimetri ed ha angolo apicale retto e quindi la spira risulta ben panciuta. Scavando delle nicchie il mollusco crea un ambiente in cui può rifugiarsi. Le pareti di roccia abitate dai molluschi sono in genere ricche di flora rupestre. Molte piante mediterranee in inverno sono piena fioritura o in piena vegetazione perchè possono disporre dell'umidità necessaria e di un clima che si mantiene piuttosto mite tutto l'anno. Molto appariscenti sulle pareti calcaree sono i fiori blu-elettrico della Lithodora rosmarinifolia,
Lithodora rosmarinifolia
quelli violetti della Micromeria graeca e quelli bianchi dell’Iberis semperflorens. Quest'ultima è una crucifera il cui areale è limitato alla Sicilia occidentale, le Egadi e Capo Palinuro. Interessante osservare anche i pascoli con le fioriture invernali delle geofite e delle prime orchidee. Una pianta endemica che inizia a fiorire adesso è la Romulea linaresii, una piccola liliacea di colore violetto. Altri ambienti straordinari del Monte Cofano sono gli stagni temporanei. Il più esteso e conosciuto è il Gorgo Cofano che si trova sulla sella orientale di quota m249. E' una pozza circolare che mantiene l'invaso per circa sei mesi l'anno ed è circondata da pascoli. Ospita una delle più ricche comunità di entomostraci (crostacei) della Sicilia. Convivono insieme anostraci dei generi Chirocephalus e Branchipus
Chirocephalus diaphanus
lunghi circa 1,5 centimetri, e almeno tre diverse specie di copepodi calanoidi (piccoli gamberetti rossi). Presenti anche ostracodi e concostraci. A questi ultimi due gruppi appartengono i crostacei dotati di conchiglia bivalve, molto piccola, circa 1 millimetro, e globosa quella dei primi, più grande, circa mezzo centimetro, sottile, rossastra e trasparentei quella dei secondi. I concostraci è più facile osservarli nelle pozze temportanee di contrada Macarese che hanno tempo di invaso molto più breve. Questi crostacei sono erbivori e il loro predatore naturale è ancora un crostaceo appartenente al genere Triops che può superare i due centimetri di lunghezza e ricorda molto per aspetto un minuscolo Limulus. Due anfibi tutelati da normative comunitarie depongono le loro uova al Gorgo Cofano: il rospo smeraldino Bufo siculus e il discoglosso Discoglosus pictus. La superficie del Gorgo cofano presenta stagionalmente anche la spettacolare fioritura di un ranuncolo acquatico: il Ranunculus baudotii
Ranunculus baudotii
Per raggiungere la cima di Monte Cofano esiste un ripido ed esposto passaggio roccioso nel versante orientale, sconsigliato ai non esperti, molto semplice invece, e ricco di curiosità naturalistiche, ma anche storiche e cuturali, è il periplo del Monte Cofano, su comodi sentieri. Lungo la costa partendo dal Golfo del Cofano e seguendo l'antica Regia Trazzera litoranea, si incontrano in successione un'imponente torre di avvistamento spagnola, cui sorgeva a fianco una tonnara non più esistente, una trincea ed un traforo di tipo militare di epoca incerta, una tavola in marmo del 1750 raffigurante San Nicola di Bari, posta alinizio della parte più ripida ed esposta del versante a protezione dei viandanti, una cappelletta e una grotta di interesse archeologico e paleontologico (Grotta del Crocifisso), una seconda torre costiera. Dopo la torre inizia la contrada Macarese dove si infittisce il palmeto a Chamaerops humilis di cui scrivevamo all'inizio che termina a ridosso delle case della Cala Buguto. Lungo la costa rocciosa che circonda il promontorio è osservabile, a mare, quasi senza interruzioni, il marciapiede a Vermetidi, una scogliera costruita da molluschi che fissano la loro irregolare conchiglia nella fascia intertidale.
Erica sicula
Gli scogli calcarei in prossimità del mare ospitano flora alofila con Limonium sp. e Crithmum maritimum (Finocchio marino), questa cede il passo verso monte ad una gariga ad Ampeodesmos mauritanicus, palme nane e Calicotome infesta. Nei pressi della Grotta del crocifisso, insieme ad altre piante rupestri, cresce l'Erica sicula altra pianta straordinaria e poco diffusa. L’isolamento orografico del Monte Cofano ha determinato la differenziazione di alcuni endemismi botanici per la cui conservazione l’area è oggi posta sotto tutela.

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