Foce del Platani

Il coccolitoforo Gephyrocapsa oceanica
Uno dei paesaggi più suggestivi della Sicilia è senza dubbio la costa mediterranea, grazie soprattutto alle pareti di marne bianche che sovrastano il mare e le spiagge di sabbia. La marna è una roccia tenera e farinosa costituita per circa metà d'argilla e per l'altra metà da calcare. Di queste falesie e della loro genesi si è già parlato in questo Blog a proposito della località Scala dei turchi. Si disse che la componente calcarea è costituita da gusci e frammenti di gusci di foraminiferi e da scaglie di carbonato di calcio, le coccoliti, formate dai coccolitoforidi. Questi due gruppi sono significative componenti del plancton marino. La componente argillosa è invece la frazione fine dei sedimenti trasportati dai fiumi al mare che per le ridotte dimensioni riesce a mantenersi in sospensione per lunghe distanze. L'aspetto scientifico più interessante di questi sedimenti pelagici è la ciclica riproposizione delle litologie. Strati con una maggiore o minore percentuale calcarea, evidenziati da maggiore o minore resistenza all'erosione e dal colore, alternano con estrema regolarità per parecchie decine di metri di spessore di sedimenti. Questi ritmi sembrano essere la migliore evidenza dell'influenza dei cicli astronomici millenari sulla vita planctonica. Alla destra della foce del Platani si alza l'alta e bianca scogliera del Pliocenica sovrastata da un  sottile strato di calcarenite giallastra del Pleistocene su cui sorgeva la colonia greca Eraclea Minoa.

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