Aporrhais pespelecani

Aporrhais pespelecani L.


Lungo le spiagge del sud della Sicilia si trova ancora abbastanza spesso il nicchio spiaggiato dell'Aporrhais pespelecani L. Un gasteropode del Mar Mediterraneo di piccole dimensione la cui conchiglia ha una caratteristica apertura digitata a forma di piede di pellicano.


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Punta Calabianca

Carta geologica (Ispra)

Scogliere calcaree, storia geologica e paleogeografia


Punta Calabianca, dal punto di vista paesaggistico è uno dei luoghi più suggestivi della costa settentrionale trapanese. Costa rocciosa, alta e irregolare, con falesie, ingrottati, faraglioni, minuscole spiaggette e marciapiede di vermetidi. L'asprezza della costa e la relativa lontananza dalla strada litoranea fanno si che questo intorno sia anche meno frequentato dai bagnanti se confrontato con noti luoghi più facilmente accessibili nelle immediate vicinanze. Punta Calabianca è anche uno dei luoghi più studiati da geologi e paleo-geografi perché vi affiora una successione sedimentaria marina, calcarea e silicea, con scarse lacune, che rappresenta un ampio intervallo temporale dal Norico, piano del Triassico superiore (circa 200 milioni di anni fa), al Priaboniano, piano dell'Eocene superiore (circa 50 milioni di anni fa). Le prime ipotesi sull'evoluzione paleogeografica dall'Oceano Tetide (oceano mesozoico che separava la Laurasia dal Gondwana) al Mediterraneo sono state formulate osservando successioni di strati rocciosi come questi con differente significato paleoambientale, dai calcari stromatolitici tipici di mare caldo e poco profondo del Triassico superiore ai calcari pelagici (di mare profondo) dell'Eocene inferiore.
L'immagine in alto riporta un frammento della carta geologica di Punta Calabianca, ad ovest di Castellammare del Golfo in Provincia di Trapani. La successione sedimentaria, (cioè il pacco di strati di roccia) immerge (termine che indica l'inclinazione degli strati di roccia) verso ovest e la parte più antica, che coincide con la Formazione Inici, affiora ad est. Seguono verso ovest la Formazione Sciacca, la Formazione Buccheri, la Formazione Lattimusa, la Formazione Hybla e la Formazione Amerillo.  
E' utile qui ricordare che una "formazione", in stratigrafia (scienza che studia le età degli strati di roccia ed i loro rapporti geometrici) indica un raggruppamento di strati di roccia con caratteristiche comuni ed una certa continuità di sedimentazione pur presentando al suo interno parti distinguibili per litologia o ambiente di sedimentazione che prendono il nome di membri.
Guardiamo nel dettaglio la sequenza i formazioni dalla più antica alla più recente: la Formazione Sciacca (Triassico sueriore) sono dolomie con stromatoliti (tipiche alghe dell'intertidale delle piattaforme carbonatiche) la Formazione Inici (Hettangiano - Sinemuriano) comprende calcari dolomitici di piattaforma carbonatica interna (laguna e piana tidale), la Formazione Buccheri (Bathoniano - Titonico inferiore) presenta calcari grigio rossastri a luoghi nodulari, radiolariti, calcari silicizzati, calcilutiti e calcareniti rossastre e nocciola di piattaforma carbonatica pelagica. La Formazione Lattimusa (Titonico superiore - Valanginiano) contiene calcari marnosi nodulari e calcilutiti bianche e rosate  di piattaforma pelagica, con calpionelle, brachiopodi e radiolari. La Formazione Hybla (Hauteriviano - Albiano) comprende marne verdastre con radiolari e marne grigio-giallastre e bruno-nerastre con belemniti ed aptici di piattaforma pelagica. La Formazione Amerillo (Cretaceo superiore - Eocene superiore), infine, presenta calcilutiti marnose bianche e rossastre di mare profondo.
Questa sequenza di formazioni, dal significato paleoambientale diverso, riassume la storia geologica del sito per l'intervallo di tempo rappresentato. Soprattutto racconta dell'affondamento, nel Giurassico, della piattaforma carbonatica. E un ulteriore importante approfondimento del bacino a partire dal Cretaceo superiore. Caratteristica costante dell'intero intervallo è la relativa distanza dalle terre emerse che si evince dalla scarsità di sedimentazione terrigena, cioè di sedimenti trasportati a mare dai corsi d'acqua. Infatti, nonostante i frequenti cambiamenti di facies (parola che indica l'aspetto della roccia in relazione all'ambiente di deposizione), ad esempio piana tidale, scogliera, bacino, ecc., permane il carattere pelagico dei sedimenti, dove il termine indica la distanza dalle terre emerse dell'ambiente di deposizione. 
Sezione geologica E-W (Ispra)

Scala dei Turchi



Falesie di marna e terre di Gesso
Lungo il tratto di costa tra Porto Empedocle e Torre Salsa affiora una successione sedimentaria marina che rappresenta gli ultimi sette milioni di anni di storia geologica del Mediterraneo, dal Miocene terminale, circa sette milioni di anni fa, al Pleistocene (che termina circa 11.000 anni fa). La parte più antica di questa successione, quella del Miocene superiore, in particolare il piano Messiniano di questo periodo, è occupata da strati di gesso in macrocristalli che testimoniano un importante episodio di evaporazione del Mediterraneo causato da una temporanea interruzione del collegamento tra il Mediterraneo e l'Atlantico. Sopra i gessi si trovano le marne bianche a globigerine del Pliocene. Le marne sono rocce costituite per metà da calcare e per metà da argilla. Marne, argille e altri sedimenti pelagici (di mare aperto) si sono depositati durante il Pliocene, tra i 5 e i 2,5 milioni di anni fa, a partire dal ristabilirsi del collegamento tra il Mediterraneo e l'Atlantico. Le marne in particolare formano tratti di costa molto suggestivi, ad esempio nella località "Scala dei Turchi" nei pressi di Porto Empedocle. La suggestione è dovuta al loro colore bianco e alla stratificazione in bande alternate con maggiore o minore percentuale di calcare. La diversa resistenza all'erosione degli strati più calcarei o più argillosi le fanno assumere spesso un aspetto "gradonato" da cui il nome locale di "scala". L'aspetto interessante delle marne plioceniche è proprio l'alternanza regolare di strati più o meno calcarei in accordo con alcune ciclicità millenarie dei parametri astronomici e climatici. La componente calcarea infatti è determinata dalla massa di organismi planctonici che fissano il carbonato di calcio nei loro gusci (foraminiferi e coccolitoforidi) e il loro numero è influenzato dalla circolazioni dei nutrienti e dal clima. L'argilla è generalmente di provenienza continentale, trasportata dai fiumi. Arriva argilla nel bacino in inversa proporzione alla distanza dalla costa e alla copertura vegetale delle terre emerse. intorno al bacino. La copertura vegetale rallenta l'erosione e dipende anch'essa dalle oscillazioni climatiche.
Un'altra aspetto che si nota osservando la scogliera è che mentre la parte più antica della successione presenta alte percentuali di calcare, procedendo verso l'alto questa percentuale tende a diminuire con sempre più sottili ed isolati strati marnosi in sempre più spessi strati di argilla, fino alla netta prevalenza di argilla. Anche l'interpretazione di quest'ultimo dato non è immediata. La minore percentuale di calcare può essere imputata sia alla diminuzione del numero degli organismi che lo fissano nel loro guscio (foraminiferi e coccolitoforidi), sia ad un progressivo maggiore apporto di argilla dalle terre emerse, quindi una maggiore velocità di sedimentazione. La prima ipotesi indicherebbe una tendenza alla diminuzione progressiva della produttività del bacino, dove la produttività è intesa come l'apporto di biomassa (in peso) per unità di superficie. In mare la produzione primaria è affidata al fitoplancton, l'insieme di alghe unicellulari come diatomee e coccolitoforidi, il cui numero è determinato dalla disponibilità di nutrienti (elementi necessari al fitoplancton come Azoto, Carbonio, Silicio e Fosforo) e dalla possibilità di risalita di questi dalle acque di fondo, dove tendono ad accumularsi, alla zona fotica (dove arriva la luce del sole e può avvenire la fotosintesi). L'ipotesi dell'aumento della quantità di argilla in arrivo nel bacino invece potrebbe contare sul dato che indica il progressivo raffreddamento della temperatura del pianeta a partire da circa 3 milioni di anni fa. Il calo di temperatura comporta crisi ed avvicendamento della copertura vegetale sui continenti con conseguente aumento dell'erosione. Il raffreddamento del clima comporta anche un abbassamento della linea di base (livello del mare) ed una maggiore erosione da parte dei fiumi. A complicare il quadro bisogna però anche tenere conto della progressiva diminuzione della profondità di un bacino che poi è emerso e quindi il suo progressivo avvicinamento alla costa.
Osservando ancora una volta la scogliera si nota infine che la successione pliocenica è inclinata ed erosa nella parte sommitale, gli strati sono troncati a tetto da un piano orizzontale di erosione e sopra questo piano si è depositata in discordanza (con un angolo diverso da quello degli strati al di sotto della superficie di erosione) una calcarenite di ambiente neritico (mare basso) con nicchi di molluschi bivalvi dei generi Ostrea, Pecten, Chlamys e gasteropodi. La calcarenite si è depositata nel corso del Pleistocene, periodo che inizia 2,5 milioni di anni fa.

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il blog Artemisianet, frammenti e commenti di storia naturale, vuole essere una raccolta, di scritti di approfondimento di tematiche naturalistiche, finalizzata a promuovere l'interesse per le scienze naturali nel contesto dell'escursionismo
I testi sono stati elaborati in occasione di viaggi, escursioni e passeggiate organizzate dall'autore, Giuseppe Ippolito, guida naturalistica,  geologo, escursionista e viaggiatore, fondatore di Artemisia.