In Sicilia occidentale, provincia di Trapani, si conservano alcuni lembi di vegetazione arborea in immediata vicinanza del mare, relitti di un paesaggio vegetale che nel passato doveva caratterizzare estesamente le coste. Uno di questi è in corrispondenza della splendida Cala Firriato, suggestivo tratto ti mare circondato da irti faraglioni e falesie, raggiungibile a piedi al termine di un breve sentiero all'ombra di lecci ed ornielli. La cala si trova tra San Vito Lo Capo e l'ingresso Nord della riserva dello Zingaro, sul Golfo di Castellammare. In siciliano "u firriatu" è un recinto, tipicamente costruito in pietra a secco sormontato a volte da ramaglie spinose, usato nel mondo pastorale ad accogliere greggi o mandrie. La similitudine è suggerita forse dal gruppetto di faraglioni che formano recinto, a mare, intorno alla "cala" oppure dall'antico muro che chiudeva una stretta striscia di terra tra una parete di roccia esposta a nord ed il mare. Questa stretta lingua di terra è caratterizzata da un accumulo di grandi blocchi di roccia crollati, tra i quali resiste un frammento di lussureggiante foresta mediterranea con ricco corteggio di piante arbustive ed annuali. La vegetazione arborea è caratterizzata soprattutto da querce sempreverdi (Quercus ilex, leccio) e frassini (Fraxinus ornus, orniello o frassino da manna). Il luogo, accidentato ed isolato, deve avere dissuaso nel passato ogni uso umano, ma la vegetazione arborea ha potuto conservarsi soprattutto per la difficoltà che hanno gli incendi estivi a raggiungere il sito, grazie all'isolamento offerto dal mare e dall'alta parete di roccia. Ampelodesmos mauritanicus, gariga a palma nana e rade sugherete relitte. Queste ultime sono di particolare interesse fitogeografico perché solitamente le specie (Quercus suber) predilige suolo siliceo e qui si ritrova apparentemente su suolo calcareo. Il pregio naturalistico del sito è arricchito dalla flora rupestre ed alofila che cresce sui grandi blocchi di roccia calcarea e dalla flora da clima caldo e umido che si insedia all'ombra della parete e dei grandi blocchi. Tra queste ultime spicca l'Asplenium sagittatum (DC.), una felce piuttosto rara in Sicilia, simile alla "lingua cervina", il cui nome specifico è suggerito dalla forma delle foglie che ricorda la punta di una freccia. A questo collegamento è descritto un altro frammento di vegetazione costiera di grande interesse, tra la spiaggia di Guidaloca e Scopello.
Tutto intorno gli incendi sono infatti molto frequenti e hanno determinato il paesaggio vegetale con praterie di
Tutto intorno gli incendi sono infatti molto frequenti e hanno determinato il paesaggio vegetale con praterie di
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