La duna litoranea di Tre Fontane


Tre Fontane, frazione di Campobello di Mazara, è un area urbana costruita nella prima della metà del secolo scorso a ridosso di un importante sistema dunale costiero. Al momento della pianificazione non ci si preoccupò della perdita di valore ambientale di questo allora splendido tratto di costa. Era ancora troppo presto per prevedere che un posto come questo avrebbe potuto costituire in futuro un fortissimo richiamo per il turismo escursionistico, naturalistico e sostenibile. Non si prestò sufficiente attenzione neppure ai meccanismi geomorfologici che determinano l'esistenza delle dune e ne regolano dinamismo ed evoluzione. L'eccessiva prossimità dell'area urbana alla zona dunale comporta infatti che l'accumulo di sabbia coinvolga il principale asse viario litoraneo di Tre Fontane costringendo l'amministrazione a costosi interventi periodici per asportare sabbia dalla carreggiata e dai marciapiede. Alcuni abitanti di qui, per eliminare questa spesa, propongono di eliminare la duna che è un ambiente naturale tutelato e sempre più raro in Italia.
La formazione delle dune costiere è effetto dell'azione del vento che soffia dal mare. Sul mare il vento non incontra ostacoli e giunge sulla spiaggia con sufficiente energia per trasportare sabbia verso l'interno. Dopo pochi metri però la morfologia della costa e la vegetazione fanno si che in vicinanza del suolo il vento abbia minore energia e non sia più in grado di trasportare la sabbia che si deposita lungo una linea più o meno parallela alla costa. La vegetazione  favorisce l'accrescersi della duna attenuando la forza del vento al suolo e favorendo il permanere della sabbia. Una vegetazione peculiare di piante dette psammofile colonizza la duna con associazioni vegetali adatte a caratteri ecologici particolari: aridità ed instabilità del suolo, salinità, azione eolica, carenza di sostanze nutritive, salsedine, alte temperature diurne. Partendo dal mare dopo la zona detta afitotica, in cui nessuna pianta è in grado di sopravvivere, troviamo una fascia di spiaggia mai battuta dalle onde, neppure di tempesta, dove la salinità al suolo diminuisce sensibilmente consentendo l'insediamento dell'associazione pioniera Cakiletum maritimae caratterizzata da poche terofite (piante che superano la stagione avversa sotto forma di seme) succulente come la Cakile maritima e la Salsola soda. Qui a Tre Fontane questa fascia è annualmente spianata da mezzi meccanici per l'installazione delle attrezzature dei lidi. Segue la fascia di antiduna (la parte della spiaggia prossima alla duna) dove si consolida in parte la sabbia ed inizia anche a formarsi il suolo. Qui si insedia una associazione di piante stolonifere con radici a sviluppo orizzontale detta Agropyretum. Ne fanno parte Agropyron junceum, Eryngium maritimum, Cyperus kalli. Segue la fascia delle dune mobili con suolo leggermente più maturo e consolitato. In questa fascia si insedia l'Ammophyletum, associazione di piante cespitose con radici profonde come Ammophyla arenaria, Echinophora spinosa, Othantus maritimus, Medicago marina e Pancratium maritimum. Dietro la duna, al riparo dal vento, si insediano il Crucianelletum e l'Ononido Centauretum con piante come la Centaurea sphaerocephala, l'Ononis ramosissima o la Crucianella maritima, quest'ultima fascia qui a Tre fontane non esiste più perché il suo posto è occupato dalla strada litoranea.
Tra la duna e la linea di costa, su una spiaggia naturale, si riconosce un caratteristico profilo determinato dal mare, dal moto ondoso e dalle maree. Partendo da monte, al di sotto della fascia del cakiletum, si incontra una crestina di sabbia che indica il limite massimo raggiunto dalle onde durante l'ultima mareggiata, questa linea prende il nome di berma di tempesta. E' la linea lungo la quale si trovano solitamente anche conchiglie e oggetti spiaggiati. Segue, procedendo verso mare, la berma ordinaria che segna il limite del moto ondoso ordinario. Quindi segue la battigia, piano inclinato tra alta e bassa marea, interrotto nella parte inferiore da un gradino generato dalla risacca. La fauna che solitamente popola le spiagge e la duna (fauna psammofila) è rappresentata prevalentemente da insetti, l'entomofauna di Tre fontane è fortemente depauperata. Le spiagge e le dune ospitano coleotteri dei generi Cicindela, Pimelia e i rari Scarites; ortotteri come Ochrilidia sicula, Sphingonotus personatus, Acrotylus longipes e Brachytrypes megacephalus; gli imenotteri Bembix mediterranea e Smicromyrme viduata; i lepidotteri Pontia daplidice, Polymmatus icarus, Thymelicus acteon e i bruchi della falena Brithys crini che si nutrono del giglio di spiaggia (Pancratium maritimum). Almeno questi ultimi sono ancora sicuramente presenti sulla duna di Tre Fontane. 
L'ambiente dunale è sempre più raro in Italia soprattutto per l'azione dei concessionari dei lidi che solitamente utilizzano lo spazio proprio delle dune per realizzare parcheggi e infrastrutture e che in caso di erosione della spiaggia, fenomeno attualmente in atto in quasi tutte le spiagge d'Italia, tendono a recuperare tale spazio a monte sottraendolo alla duna.

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