L'orlo della caldera visto dalla cima di Monte Zoccolaro |
Circa 64.000 anni fa, dopo intensa attività eruttiva, uno strato-vulcano antenato dell'Etna, chiamato dal geologi Trifoglietto II, è collassato dentro la sua camera magmatica a formare, con quel che è rimasto del suo edificio, una enorme caldera subcircolare ancora perfettamente visibile sul fianco orientale dell'attuale Etna. L'Etna da allora ha iniziato a costruire il suo edificio vulcanico ad occidente dei resti del suo predecessore, ma, nonostante moltissime sue colate siano già fluite per migliaia di anni proprio dentro la grande caldera chiamata oggi Valle del Bove, non è ancora riuscito a colmarla. Due creste basaltiche semicircolari, una a nord e l'altra a sud coperte di boschi, circondano una vasta depressione nera e priva di vegetazione per le moderne colate dei crateri orientali dell'Etna. Sull'orlo meridionale della caldera c'è una punta alta m1739 chiamata Monte Zoccolaro che offre un magnifico panorama sulla Valle del Bove, sulla sottostante Valle Calanna e sulla parte orientale della sommità dell'Etna. Il nome le deriva dal suo essere boscosa, zucco infatti regionalmente indica un ciocco di legno ed i versanti del Monte Zoccolaro e dell'adiacente Monte Pomiciaro, sono coperti di boschi: faggi, pioppi tremuli, castagni, ginestre, aceri, e querce. La cresta basaltica che chiude a nord la Valle del Bove presenta i resti di un cratere avventizio chiamato Monte Rinatu alto 1569 metri s.l.m. e secondo punto di vista sulla grandiosa caldera.
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