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Sughereta di Niscemi |
La sughereta di Niscemi è uno dei frammenti superstiti di un esteso querceto termofilo sempreverde dominato dalla quercia da sughero (
Quercus suber). Fino alla metà dell'ottocento la sughereta occupava ancora estesamente le colline di arenaria tra Niscemi e Mazzarrone, nella porzione più occidentale dei Monti Iblei. A depauperare il bosco nel tempo, oltre al massiccio prelievo di legname dei secoli passati, è stato soprattutto il disboscamento completo di estese aree avvenuto a metà ottocento per ottenere nuove terre coltivabili. Ultima manomissione in ordine di tempo, che segue peraltro l'istituzione di una riserva naturale, è stata la concessione alla marina USA di installare alcune grandi
antenne d'uso militare in una vasta radura recintata all'interno dell'area un tempo occupata dal bosco. Il suolo su cui si insedia quello che resta della sughereta è costituito da
sabbie e depositi sabbioso calcarenitici del Selinuntiano (Pleistocene inferiore), di colore bruno-giallastro, con argille siltoso marnose grigio azzurre, silts argillosi e arenarie fossilifere. Passeggiando all'inizio di gennaio sull'altopiano di Niscemi, a margine delle aree di bosco e di macchia e a fianco del recinto militare, si trovano due piante fiorite di discreto interesse botanico che crescono entrambe su suolo compatto di argille sabbiose: la piccola
aracea Ambrosinia bassii L., la cui infiorescenza è avvolta da una
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Ambrosinia bassii L. |
spata bruna a forma di babbuccia turca con la punta incurvata all'indietro, e una piccola
liliacea,
Allium chamaemoly L., prostrata al suolo con, al centro di poche foglie nastriformi, un mazzetto di timidi fiorellini bianco-rosati. Sono entrambe
geofite, piante dotate cioè di parti perenni sotterranee che consentono loro di superare indenni la lunga stagione secca.
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Allium chamaemoly L. |
Le aree della sughereta che conservano una discreta diversità vegetale, e più continua copertura arborea, sono i versanti più ripidi, che per questa caratteristica furono risparmiati dal disboscamento ottocentesco. In uno di questi versanti, tra altri grandi esemplari di sughera, cresce la ben nota
sughera "mosaica", un grande albero di età stimata quattro o cinque secoli, divenuto simbolo della
riserva naturale.
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