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Carpini e pervinca |
A proposito di paesaggi scomparsi del passato, una delle evocazioni più ricorrenti in Pianura Padana è la presenza di un'antica foresta planiziaria che si ritiene sia rimasta intatta almeno fino ai primi secoli d.C.. La foresta è stata poi via via distrutta e sostituita da paesaggio agricolo, con accelerazioni e stasi, fino ai giorni nostri. Oltre al taglio del bosco l'uomo ha anche proceduto a canalizzare l'acqua eliminando vaste aree umide, acquitrinose e paludose, trasformando radicalmente il paesaggio.
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Ristagni d'acqua piovana |
Oggi di quella foresta si conservano sparuti frammenti, ancora fortemente sfruttati e modificati dall'uomo, che danno solo un'idea sbiadita dell'aspetto primigenio. La specie arborea caratterizzante ancora i boschi
mesofili planiziari è la quercia farnia (
Quercus robur). Pianta di grande sviluppo, capace di vivere anche in suoli paludosi e compatti, con una velocità di crescita iniziale sensibilmente superiore a quella delle altre querce europee di collina o di montagna, con una proverbiale longevità. Per avere un'idea, di cosa fosse la foresta planiziaria, è bene visitare uno dei suoi pochi lembi relitti, ad esempio il
Bosco delle Sorti della Partecipanza a Trino, in provincia di Vercelli. Il bosco si è conservato anche grazie alle regole introdotte dal marchese del Monferrato per il prelievo della legna già nel 1202, ma le opere di drenaggio artificiale e il taglio periodico ne hanno semplificato il corteggio floristico e la fauna.
L'introduzione di specie nordamericane di crescita rapida come, la quercia rossa,
Quercus rubra, e la
Robinia pseudoacacia ne hanno alterano l'aspetto naturale. Il taglio periodico, ancora oggi praticato, seppur ben pianificato ai fini conservativi della risorsa (
certificato FSC), impedisce tuttavia agli alberi di diventare vecchi e al legno morto di essere utilizzato, ad esempio, dall'entomofauna xilofaga.
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Pulmonaria officinalis |
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Salix sp., amenti maschili |
Il sottobosco è molto rado e disturbato costituito prevalentemente da piante erbacee. All'inizio di marzo fioriscono
Scilla bifolia,
Vinca minor, che forma tappeti sempreverdi,
Ranunculus ficaria,
Pulmonaria officinalis,
Primula vulgaris,
Viola riviniana,
Viola hirta e
Anemone nemorosa. Lo strato arboreo, oltre alle essenza già citate, presenta anche abbondante il
Carpinus betulus e qualche ciliegio (
Prunus avium). Ai margini del bosco e lungo le rogge (canali artificiali) si insedia il salice (
Salix sp.). Il bosco è circondato da risaie. Vedi qui per
altre informazioni. Per approfondire consigliamo di consultare in rete l'ottima guida sulla Foresta planiziaria della Pianura Padana della collana
Quaderni Habitat.
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