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Bosco di Ischitella: letto di un torrente
dopo la piena |
Alla fine dell'estate del 2014, sui versanti settentrionali dell'altopiano del Gargano che dominano le grandi lagune costiere Varano e Lesina, si verificò un evento meteorologico eccezionale. Piogge abbondanti, intense e insistenti portarono alla riattivazione di impluvi e letti asciutti, piccoli e grandi, alcuni dei quali, a memoria degli anziani locali, mai erano stati visti in piena. L'acqua in poco tempo ha risolcato i letti eliminando la vegetazione che vi cresceva, ha scavato profonde trincee tra i sedimenti, ha esondato dentro gli uliveti secolari formando un nuovo strato di detriti e trasportato alle lagune costiere una grande quantità di sedimenti. L'evento è stato straordinario se osservato nella scala del tempo umano. E' considerato eccezionale un evento che nell'arco della vita di un uomo può verificarsi, in questa intensità, una sola volta. Se osserviamo, però, lo spesso pacco di
alluvioni sovrapposte dentro cui gli uliveti secolari affondano le radici, si comprende che, in scala adeguata è un evento periodico tutt'altro che raro ed è quello che determina e spiega il paesaggio costiero del Gargano. Tutta l'ampia area pianeggiante coperta di ulivi, che dalle pendici delle montagne calcaree termina a nord nelle lagune, è costituita infatti dalle alluvioni trasportate a valle da eventi simili a questo. Qualcuno adesso ricorda, seppur vagamente, del nonno che a volte parlava di una alluvione come questa di circa sessant'anni più vecchia, ma per chi è abituato a leggere nei sedimenti (alluvioni) sezionati dallo scavare dei torrenti, le piene degli ultimi cinquecento anni sono registrate in quelle strie di ciottoli grandi e piccoli
classati dal variare dell'intensità delle correnti, dalla competenza dei corsi d'acqua, violenti ed effimeri, che li ha trasportati in occasione di eventi simili a quello del nostro tempo. Se osserviamo il fenomeno
geomorfologico con una adeguata scala di tempo vediamo che esso è lento e graduale, senza strappi, senza salti, per quanto intensi possano essere i nubifragi che ne sono motore. A proposito della rapidità di trasformazioni e della velocità nel cambiamento, decenni or sono vi fu un dibattito "letterario" tra il paleontologo J. Gould ed il biologo R. Dawkins. Qui per letterario intendo che i due non credo si siano siano mai incontrati per discutere e hanno scritto a decenni di distanza l'uno dall'altro, ma il primo, il paleontologo, ha proposto una eccezione al lento gradualismo senza salti o variazioni di velocità prevista dalla
teoria sintetica dell'evoluzione biologica. Egli notò infatti che dalla documentazione fossile si evincono stasi lunghissime e fortissime accelerazioni evolutive ed elaborò la
teoria degli equilibri punteggiati. Il biologo Dawkins fece notare però che la tesi di Gould non riusciva comunque a scalfire il gradualismo previsto dalla teoria sintetica perché le variazioni genetiche negli organismi viventi, quelle che portano alla
speciazione, cioè la formazione di nuove specie, sono e restano molto lente. E' sulla percezione del tempo registrato nella documentazione fossile che ci si perde perchè le "accelerazioni" di Gould, negli equilibri punteggiati, sono tanto lente che c'è tutto il tempo perchè l'evoluzione lavori gradualmente così come previsto dalla teoria sintetica. Ancora per questa volta sembra potersi confermare che catastrofe e diluvio cedono il passo a più mite e rassicurante, gradualistico processo.
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Rhizostoma pulmo, Macri, 1778 |
Non c'entra molto con il resto, ma nelle acque del Lago di Varano, l'ampia laguna salata dove qualche giorno prima si accumulavano i detriti trasportati dai rapidi torrenti in piena, abbiamo incontrato qualche bianca medusa della specie
Rhizostoma pulmo, abbondante nel mare Adriatico.
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