Radiolariti |
Ci eravamo riproposti di camminare sul fondo dell'oceano, senza spostarci di tanti chilometri da Palermo. Per noi questa affermazione è meno ambigua di quanto si pensi, volevamo camminare su rocce formatesi su fondali profondi. Bastava qualche piccolo frammento di basalto sottomarino della Tetide, l'oceano che separava l'Africa dall'Europa, magari sormontato da sedimenti pelagici abissali e avremmo potuto ritenerci soddisfatti. Nelle note illustrative a compendio della carta geologica dell'ISPRA, foglio 595 Palermo, troviamo un riferimento a radiolariti a contatto con lave a cuscino dalle parti di Monte Cicìo, nei pressi del paese di Altavilla, sul torrente Milicia. Dovremmo esserci vicini. Le radiolariti, infatti, rocce costituite da selce in strati centimetrici, sono considerate indicatrici di grande profondità marina perché nel mare esiste una superficie fisica: la profondità di compensazione dei carbonati, al di sotto della quale i gusci calcarei, di organismi planctonici come foraminiferi è coccolitoforidi, vanno in soluzione lasciando proseguire la discesa fino al fondo solo agli scheletri di opale amorfa dei radiolari (o delle diatomee). Questa superficie, abbreviata in CCD, si attesta negli oceani attuali tra 4200 e 5000 metri di profondità per cui la profondità del nostro paleofondale non dovrebbe essere inferiore ai 4200 metri. I basalti a cuscini o "lave a pillow" sono rocce tipiche delle effusioni laviche sottomarine, a prescindere da quanto profonde. Partiamo per Altavilla Milicia, paese costiero noto agli appassionati di storia naturale per gli splendidi fossili di lamellibranchi pleistocenici nelle arenarie su cui è costruito. Saliamo a Cozzo Cicìo, a 260 metri di quota, dove sono segnalate sulla carta geologica le radiolariti. In quel punto gli strati di selce si alternano con strati argillosi e includono una grossa lente di megabreccia calcarea. Non troviamo subito il contatto con i basalti del fondale oceanico e iniziamo a salire verso il monte Cicìo. L'intero versante sono ancora radiolariti, ma gli strati sono verticalizzati per cui salendo per il versante non ci spostiamo di tanto nel tempo quanto nello spazio.
Basalti sottomarini |
A circa 400 metri di quota finalmente troviamo i basalti, nei pressi di un grosso e compatto roccione di selce non stratificato. I basalti sono molto alterati, di consistenza terrosa e colore bruno giallastro. Salendo ancora alcuni tagli della sterrata forestale offrono spettacolari stratificazioni di radiolariti verticalizzate dalla tettonica con adiacenti calcari e marne giallo-verdi che a qualche metro dal contatto con le radiolariti assumono colorazione rossa. La roccia è stata datata dai geologi al Giurassico inferiore.
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