Costiera Amalfitana

Calcare oolitico
Sulla nuda e panoramicissima cima del Monte Falerzio (m1013) o Monte dell'Avvocata, in Costiera Amalfitana, sopra l'abitato di Maiori, sopra l'omonimo santuario meta in maggio di numerosi devoti pellegrini al suono della tammorra, affiorano rocce evidentemente inclinate e suddivide in strati piuttosto sottili di colore bianco candido. Guardandole da vicino, meglio se con una piccola lente, si nota essere costituite da piccole sferette bianche con diametro di circa un millimetro, tenute insieme da micro-cristalli di calcite.
Santuario dell'Avvocata
E' un calcare oolitico, dove le "ooliti" sono sferette calcaree con una struttura interna di inviluppi concentrici di calcite. Il loro nome deriva dal greco oo= uovo e lithos=pietra, ma per capire che origine avessero i geologi hanno dovuto studiare i sedimenti che si formano nelle barriere coralline tropicali attuali dove le hanno ritrovate in aree ad alta energia (in presenza di moto ondoso) e acque tiepide sovrassature di carbonato di calcio. Le barriere coralline sono dunque le "fabbriche" attuali delle ooliti. A questo punto tutto diventa relativamente più semplice e guardandosi attorno, osservando i dettagli degli articolati rilievi calcarei della Costiera amalfitana, possiamo trovare altre tracce di quel paesaggio tropicale del passato. Siamo su una piattaforma carbonatica fossile, una delle tante che nel mesozoico caratterizzavano l'antico oceano Tetide, prima che la deriva dei continenti lo riducesse al piccolo "mare tra le terre" che è il Mediterraneo. Sappiamo anche quanto sia antica questa roccia come risultato del lungo lavoro di "correlazione" svolto da generazioni di geologi, sedimentologi e biostratigrafi. Si è proceduto controllando la posizione geometrica (rapporti stratigrafici) di queste rocce rispetto alle altre adiacenti e si è cercato di riconoscere fossili dei quali fosse conosciuto l'intervallo di tempo di esistenza. Si usano anche altri metodi di datazione, che confermano o perfezionano i dati, e oggi possiamo dire che questi sedimenti oolitici si sono depositati nel corso del Dogger o Giurassico Medio, tra 175,6 e 167,7 Ma (milioni di anni fa).
Crocus cfr. biflorus

Crocus cfr. biflorus
Camminando sui Monti Lattari, la catena di rilievi che sovrasta la Costiera Amalfitana, si nota un'altro interessantissimo deposito di gran lunga più recente: grandi accumuli irregolari di prodotti piroclastici, soprattutto sui versanti settentrionali. Sono imponenti accumuli di pietra pomice mescolati a suolo su cui spesso oggi crescono annosi boschi. La pomice è il tipico prodotto pirocastico di attuvità vulcanica in presenza di magma acido (ricco in silice), quindi molto viscoso. La pomice è nota come abrasivo e per la proprietà di galleggiare in acqua ed è qui testimonianza della intensa e periodica attività esplosiva del vulcano Somma-Vesuvio e dell'area dei Campi Flegrei negli ultimi 19.000 anni. Gli episodi sono stati registrati, qui come altrove nei dontorni, per un raggio di oltre 100 chilometri, sotto forma di spessi depositi piroclastici. Plinio il giovane descrive in una lettera la distruzione di Ercolano e Pompei del 79 d.C. e l'ultima attività del Vesuvio risale al 1944. Dalle creste dei Monti Lattari si vede, a nord, la grande pianura campana intensamente abitata e, sullo sfondo, a circa 30 chilometri, il Vesuvio.
Pomici sui Monti Lattari
Pomici sui Monti Lattari
Per quanto riguarda la flora arborea sui Monti Lattari si alternano, in fascia collinare, querceti sempreverdi e caducifoglie che in quota cedono il posto a carpini, ontani o faggi. Frequenti gli impianti di castagno governati a ceduo per ricavarne legna.
Campanula
Campanula fragilis Cirillo
Sparsi si trovano  aceri della specie Acer opalus subsp. obtusatum. Anche in pieno inverno si assiste a interessanti fioriture tra cui lo splendido Crocus biflorus Mill. e, simile e più raro, Crocus imperati Ten. Fuori dal loro periodo tipico capita di incontrare fiorite anche le campanule rupestri della specie C. fragilis Cirillo, che per alcuni autori è sinonimo di C. garganica Ten Questa specie è facile incontrarla sui vecchi muri.

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